venerdì, aprile 20, 2007

L'Avvocatura vara proposta unitaria di autoregolamentazione delle astensioni.




L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, l’Unione Camere Penali, l’Associazione Nazionale Forense, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, l’Unione delle Camere Civili, hanno inviato, alla Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, una proposta unitaria di Codice di autoregolamentazione per le astensioni degli avvocati dalla attività giudiziaria varata il 4 aprile ma resa nota solo due giorni fa. Gli avvocati attendono ora dalla Commissione un giudizio di conformità ai principi dell’ordinamento in materia di astensione dall’attività giudiziaria.

L’Avvocatura contesta infatti che possa essere dettata da altri soggetti, e segnatamente dalla Commissione di Garanzia dell’attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali - che due mesi fa aveva sottoposto alle associazioni degli avvocati la bozza di un nuovo regolamento suscitando reazioni critiche - una regolamentazione per la astensione nel settore forense impositiva e uniforme a quella dettata per i lavoratori della Giustizia legati da rapporto di lavoro subordinato, e per questa ragione - spiegano le associazioni firmatarie - ha inteso dar vita ad un nuovo codice di autoregolamentazione, come già fatto in passato.

"Nonostante fino ad ora siano stati disattesi tutti gli impegni presi - sottolineano gli avvocati - è giusto ricordare che un Odg, unanime, fu votato al senato già nell’aprile del 2000 (primo firmatario Guido Calvi)". Nelle sedi politiche - promettono UCPI, ANF, AIGA, UNCC - "continueremo ad impegnarci affinché sia arrivi all’abrogazione della legge n. 83/00 e all’approvazione di una disciplina di legge della astensione forense rispettosa dei principi inviolabili del diritto di difesa e della tutela dei diritti in generale, e altresì dei valori di pari rango costituzionale. Nelle sedi giurisdizionali si continuerà a contrastare ogni atto di imposizione normativa o amministrativa dall’Avvocatura ritenuto illegittimo".

Nella premessa della proposta di regolamento si ricorda che la sentenza 171/96 della Corte Cost. ha riconosciuto la esistenza di “un’area connessa alla libertà di associazione, che è oggetto di salvaguardia costituzionale ed è significativamente più estesa rispetto alla sciopero” e che tale salvaguardia “vale altresì per l’astensione dal lavoro di quei professionisti che svolgono – come gli avvocati – la propria attività in condizioni di indipendenza; dal che derivano la peculiarità della loro posizione e che la stessa Corte Costituzionale ha ritenuto di non poter assimilare lò'astensione degli avvocati ad altre tipologie di sciopero ed ha indicato con precisione i punti critici della disciplina nella necessità di un congruo preavviso, nell’obiettivo della ragionevole durata dei processi e nell’individuazione delle prestazioni minime essenziali da garantire.

Inoltre gli avvocati ricordano che "le astensioni proclamate dall’Avvocatura – invero con parsimonia e sempre a tutela e salvaguardia dei diritti e non già per ragioni corporative – si sono sempre svolte ordinatamente e nel rispetto di questi principi". Si spiega poi che "momenti centrali di tale autoregolamentazione sono, per un verso, la rivendicazione del proprio diritto-dovere di tutelare i cittadini nel processo e la figura dell’avvocato, nella più ampia accezione della sua natura e della sua funzione, e, per altro verso, la garanzia, proprio nell’interesse dei cittadini e dell’avvocato, dei concorrenti valori di rango costituzionale".

di Mauro W. Giannini

Speciale giustizia

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