mercoledì, aprile 04, 2007

Obiezione di coscienza dei magistrati?



In questi giorni, Nello Rossi ha diffuso, sulla mailing list di Magistratura Democratica, un documento sottoscritto da diciotto componenti del CDC (comitato direttivo centrale) dell'Associazione Nazionale Magistrati, fra i quali: Gennaro, Narducci, Teresi, Vanorio, Laudi, Spataro, Natoli, Bruti Liberati, Magagnoli, Canepa, Aschettino, La Malfa, Sabatini, Tamburino, lo stesso Rossi e altri ancora.

Il testo del documento è il seguente:


Nel nostro ordinamento il giudice non è chiamato solo ad applicare la legge ma può legittimamente dubitare di essa alla luce della Costituzione, sollevando questione di legittimità dinanzi alla Corte costituzionale ove ravvisi un contrasto tra la norma da applicare ed i principi ed i valori della carta fondamentale.


E' la Costituzione, dunque -alla quale egli ha giurato fedeltà- la tavola dei valori cui il magistrato deve far riferimento nell'esercizio quotidiano delle sue funzioni.


E la sola "obiezione" per lui possibile nei confronti del diritto positivo è l'eccezione di legittimità costituzionale.


Del resto la Corte costituzionale, nella sentenza n. 196 del 1987, ha già affrontato la questione della obiezione di coscienza del magistrato su temi simili a quelli di cui oggi si discute, negando al giudice la possibilità di astenersi dal giudizio sulla autorizzazione di una minore all'interruzione della gravidanza.

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