mercoledì, maggio 30, 2007

"Ecco come decongestionare i Tribunali" .



Salvatore Russo, Presidente della sezione civile del Tribunale di Nocera Inferiore , formula una proposta per l’accelerazione dei giudizi civili ordinari. Un problema comune a moltissimi distretti giuridici, ma che nelle sedi periferiche acquista dimensioni particolarmente gravi, a causa dell’indifferenza della politica nei confronti di realtà “minori”. “I giudici mediamente devono definire circa 150 cause civili all’anno. A Nocera la cifra raddoppia, a volte si triplica. Questo comporta gravi conseguenze in ordine alla capacità di ciascun giudice di espletare in tempi ragionevoli il giudizio , secondo il principio costituzionale del giusto processo , senza nulla togliere alla qualità di risposta della giustizia”.

Domanda. Presidente Russo, quali sono concretamente i problemi che un tribunale come il suo si trova costretto affrontare?

Risposta. Si tratta sostanzialmente di problemi di distribuzione del personale di magistratura e di quello amministrativo. I criteri cui il sistema affida questa distribuzione sono imprescrutabili, poco aderenti alla realtà fattuali. Affidati, cioè, a statistiche astratte che non tengono conto dei flussi reali. Questa situazione è da attribuire in primo luogo al fatto che non siamo un tribunale “visibile”. E questa scarsa visibilità produce disinteresse da parte del potere, anche se poi proprio su questi distretti ricade lo zoccolo duro della giurisdizione. Se queste clamorose disfunzioni venissero denunciate da tribunali più grandi la risposta sarebbe di sicuro diversa…

D. Lei ha elaborato una soluzione tecnica a questi disagi, contenuta in un pamphlet edito dalla Graus editore. In cosa consiste?

R. Innanzitutto c’è da dire che la causa preminente della irragionevole durata dei giudizi civili ordinari è costituita da rinvii per l’assunzione della prova, particolarmente di quella testimoniale, quando non sia possibile assumere i testi in un unico contesto per la mancata comparizione o quando difetti una prudente attività di riduzione delle liste testimoniali. A questo potrebbe ovviarsi mediante la preventiva istituzione di una o più udienze straordinarie, tenute anche da un giudice onorario (che mantiene tale status per periodi di tempo determinati, rinnovabili a domanda e previo apprezzamento positivo delle capacità).

D: Dunque si tratta di utilizzare in maniera più mirata questi giudici onorari?

R. Si. Queste figure concorrerebbero anche alla preparazione e alla redazione della sentenza , facendo salva la responsabilità della decisione incombente sul togato. Questo consentirebbe di incrementare il numero delle udienze tenute dall’ufficio senza gravare sui magistrati togati, e, di conseguenza, senza gravare sui ragionevoli tempi della giustizia. Oltre alla fase istruttoria, queste figure potrebbero essere anche incaricate di stilare la redazione di alcuni provvedimenti. Così si potrà immaginare una comunità organica di lavoro, denominata “ufficio del giudice”. Questa proposta, già a suo tempo illustrata all’amministrazione centrale, ha ora trovato consonanze anche con un disegno di legge approvato da pochi giorni dal Consiglio dei ministri, che, secondo criteri consimili, costituisce l’ “ufficio del processo”, portato avanti dal direttore dell’amministrazione giudiziaria Claudio Castelli.

D. In che modo pensa di selezionare i giudici onorari, visto i compiti impegnativi cui sarebbero chiamati?

R. Penso che tali soggetti debbano essere reclutati tra giovani laureati meritevoli, ricercatori universitari, dottori di ricerca ed altri, previa adeguata selezione riservata ai consigli giudiziari o direttamente al capo dell’ufficio giudiziario di appartenenza di concerto coi giudici togati interessati o attraverso agili ma qualificate prove attitudinali.

di Giovanna Ferrara

(Fonte Il Denaro.it)

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