giovedì, giugno 21, 2007

IL CONSIGLIO DI STATO DA' RAGIONE A CARBONE.

Il Consiglio di Stato ha dato ragione a Vincenzo Carbone, il presidente aggiunto della Cassazione la cui nomina a primo presidente della Suprema Corte era stata bocciata dal Csm. E ha ordinato a palazzo dei Marescialli di provvedere.

Carbone aveva già ottenuto una prima vittoria dal Tar del Lazio che aveva annullato la delibera con la quale il Csm nel dicembre scorso aveva bocciato la sua nomina a primo presidente della Cassazione, per un incarico di insegnamento svolto senza aver chiesto l'autorizzazione a Palazzo dei Marescialli. Un'autorizzazione che, invece, secondo il Tar del Lazio, non era necessaria.

Il Csm a sua volta aveva chiesto al Consiglio di Stato di annullare e di sospendere l'efficacia della sentenza del Tar del Lazio. Ma i giudici di Palazzo Spada hanno rigettato la richiesta di sospensiva del Csm, accompagnando la decisione con "un ordine all'amministrazione di provvedere", cioé di adeguarsi alla sentenza del Tar del Lazio. I giudici avrebbero deciso anche sul merito, ma hanno rinviato il deposito della sentenza, la cui stesura potrebbe richiedere diverso tempo. In sostanza, con la sua pronuncia il Consiglio di Stato ordina al Csm di provvedere a esprimersi con un nuovo voto sulla nomina di Carbone a primo presidente. E stavolta non può avere rilievo, ai fini della decisione del Csm, la mancata autorizzazione per l'incarico di insegnamento svolto dal magistrato.

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