giovedì, agosto 30, 2007

Legge ed ordine.

Va di moda il pugno di ferro, ma manca la mano. Si proclamano legge ed ordine, ma si sono distrutti i tribunali. La giunta fiorentina ha fatto bene a proibire l’accattonaggio ai semafori, essendo nei suoi poteri l’ordinanza e preesistendo il trascurato e negletto reato della relativa inosservanza. Ma vale solo per il principio, il resto sono chiacchiere.


Chi viola l’articolo 650 del codice penale, per essere punito, con il carcere fino a tre mesi, deve prima essere denunciato e processato, potendo ricorrere fino in cassazione. Ciò significa che, con i nostri tempi scandalosi, alla condanna non si arriverà mai in tempo utile, e dove vi si giungesse, ammesso che l’imputato sia ancora rintracciabile, sarebbe puramente teorica.


Se politici e giornalisti non facessero a gara a chi la spara più grossa avrebbero evitato di credere che in quel di Firenze s’è creato il reato di “lavavetraggio” e si sarebbero accorti che stavano discutendo del nulla. E’, poi, ridicolissimo che si dibatta sul presunto rigore, magari sull’inumanità di quell’ordinanza.

Noi, come gli altri Paesi sviluppati, abbiamo convenienza ad importare lavoro. Trattandosi di esseri umani, li accogliamo estendendo loro le garanzie che abbiamo creato per noi.

Non si tratta di lacrimevoli carità, ma di reciproca convenienza. Naturalmente, a casa nostra valgono le nostre regole, che per la gran parte sono comuni a tutto il mondo civile. Chi le viola merita l’espulsione o la galera, salvo il fatto che la nostra giustizia fa pena ed è una pacchia per i criminali, sia autoctoni che stranieri. Inumano, invece, è far entrare clandestini lasciandoli nelle mani delle cosche che li spingono a delinquere, prostituirsi, accattonare. Bisogna avere una coscienza assai elastica per salvarsela allungando un’elemosina.

Tollerare quest’andazzo, inoltre, fa crescere sentimenti di xenofobia che sono estranei alla cultura italiana, ma l’inevitabile prodotto dei disagi e dei pericoli che pesano sui più svantaggiati e sulle periferie.

Inutile atteggiarsi a sceriffi, specie quando si somiglia al sergente Garcia. Servono leggi rispettabili e flessibili nel campo del lavoro, e serve una giustizia le cui pene siano eque e certe, non spropositate ed inesistenti. Avvertite Veltroni che il governo Prodi viaggia in direzione opposta.

Davide Giacalone

Pubblicato da Libero