martedì, ottobre 16, 2007

Riscuote consensi la proposta dell’Oua di una costituente della Giustizia


Si è conclusa sabato, a Roma, la II Conferenza Nazionale sulla Giustizia (11-13 ottobre) promossa dall’Organismo unitario dell’Avvocatura (Oua).

Si apre un cantiere di idee, aperto a tutti, in vista dell’appuntamento dell’anno prossimo a Bologna con il Congresso Nazionale Forense.

L’avvocatura italiana lancia un messaggio: non abbiamo bisogno di qualunquismo, di demagogia o di manifestazioni di antipolitica, serve, più che mai, buona politica per la Giustizia, quella buona politica di cui oggi tutti i cittadini avvertono un impellente bisogno.

“Dopo aver fatto la ricognizione dei malanni, dei sintomi e dei danni temporanei e permanenti procurati alla società dalla crisi della giustizia – ha spiegato Michelina Grillo, presidente Oua - abbiamo delineato alcune ipotesi di lavoro per un sistema-giustizia che sia in grado di rispondere alle aspirazioni vere dei cittadini, assicurando la difesa dei diritti e costituendo un’arma protettiva che assicuri la legittima coltivazione degli interessi personali ed economici».

Fabio Roia, magistrato e componente CSM, ha dato la sua disponibilità a continuare un serio confronto con l’avvocatura : «I problemi sul tavolo sono chiari – ha affermato - le condizioni in cui versa la giustizia sono un indicatore importante dello stato della democrazia in un Paese, come la sanità, per intenderci. Vedo con interesse la proposta lanciata dal presidente dell’Oua, Michelina Grillo, di una Costituente per la giustizia».

«È importante – ha sottolineato la presidente delll’Oua- è quello di capire quale sia il punto di partenza e quello di arrivo per i protagonisti che operano sulla scena della giustizia e su quale profilo delle figure professionali si possa puntare per il riscatto della giustizia».

Sul piano dei contenuti è importante il contributo di Maurizio Cecconi, segretario OUA, che nel corso dei lavori ha delineato alcuni spunti: « L’avvocato del domani deve essere un avvocato che cura sia la formazione che l’aggiornamento lungo tutto il corso della sua attività. La sua formazione può rivolgersi con libertà alle materie prescelte in funzione del proprio settore di attività, ma deve essere coerente con la propria eventuale qualifica di specializzazione e regolamentata da disposizioni precise dell’ordinamento professionale. L’attribuzione del relativo riconoscimento deve conseguire ad un percorso sia formativo, che di esercizio effettivo della professione nella materia di specializzazione, articolato in modo da consentire la verifica della piena conoscenza teorica e pratica della materia. L’avvocatura ha spontaneamente accettato l’introduzione di società professionali ad autonomia patrimoniale perfetta, purché il capitale di tali corpi non possa finire nelle mani di soggetti che con i loro interessi compromettano l’indipendenza dell’avvocato socio. Dal pari, gli avvocati sono pronti a rimuovere le asimmetrie informative e quindi il gap di conoscenza che può separarli dai cittadini clienti, evitando però il pericolo di tecniche di mercificazione della prestazione professionale che possano oscurare la qualità effettiva della prestazione. Riteniamo, inoltre, che si deve evitare il rischio che l’introduzione del patto di quota lite possa costringere i piccoli studi, a fronte dello strapotere contrattuale di grossi clienti, a soggiacere a condizioni di compenso da vero e proprio dumping in un mercato che è cronicamente funestato dalla sempre crescente ipertrofia del numero degli iscritti all’ordine».

Importante è stata anche la partecipazione e l’intervento del ministro della Giustizia Clemente Mastella, che abbiamo accolto venerdì. È un segnale incoraggiante per la ripresa di un dialogo costruttivo fino ad ora frammentario tra la politica e gli avvocati.

«Nel corso dei tre giorni della II Conferenza - ha continuato – ci siamo posti in modo problematico di fronte alla crescente domanda di giustizia. Abbiamo lanciato alcune ipotesi di lavoro da sviluppare nei prossimi mesi per affrontare con diversi e più numerosi strumenti la risoluzione delle controversie giudiziarie. La nostra scommessa è quella di ripensare, ma soprattutto attuare la giustizia come servizio al cittadino. Contemporaneamente è necessario che si approfondisca il progressivo e consolidato ricorso alla magistratura onoraria e si blocchi la proliferazione dei riti processuali . Abbiamo affrontato il problema delle risorse umane ed economiche di cui dispone il sistema a volte insufficienti e, spesso, semplicemente mal gestite. Servono più investimenti , ma abbiamo anche approfondito la conoscenza delle esperienze degli uffici giudiziari di Bolzano e Torino, dove una moderna capacità organizzativa ha portato ad ottenere risultati molto positivi, sia per la lotta agli sprechi nelle spese sia per la durata dei processi».

A tal proposito l’Oua ha proposto che si adottino strumenti di massima trasparenza nella gestione degli uffici giudiziari e nella rendicontazione dei fondi loro affidati , e si stabiliscano criteri oggettivi di efficienza, puntando sulla managerialità dei dirigenti e sullo sviluppo delle innovazioni tecnologiche , a partire dall’informatizzazione degli uffici e dall’implementazione del processo telematico .

Si è insistito sulla necessità che si possa finalmente ottenere un sistema affidabile di rilevazione dei dati sul sistema-giustizia .

Uno dei fili conduttori del dibattito è stata la necessità di costruire un nuovo modo di essere avvocati, mettendo mano ad una efficace riforma della professione forense « Vogliamo costruire una nuova avvocatura – ha sottolineato la Grillo – questa è una sfida di rinnovamento e modernità che lanciamo anche alla magistratura.

Con questa conferenza – ha concluso Michelina Grillo - abbiamo lanciato l’idea della Costituente per la Giustizia e già abbiamo incassato il consenso di esponenti della magistratura e della politica, come Fabio Roia del Csm e Pino Pisicchio, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati .

Articolo tratto da: “Mondo Professionisti”.