giovedì, dicembre 13, 2007

Esami Avvocato: il CNF ha chiesto, vanamente, i metaldetector.




INTERVISTA AL PROF. GUIDO ALPA

“Avevo chiesto i metal detector, invano” Guido Alpa è il presidente del Consiglio Nazionale Forense.

E il trucchetto dei telefonini che navigano in rete l’aveva previsto.

Ha visto? Le soluzioni erano in rete mentre i ragazzi erano ancora in aula.

«Le dirò: noi avevamo suggerito di installare i metal detector per evitare che fossero portati i telefonini palmari in aula. Però la cosa non è stata possibile, credo, per motivi legati alle risorse finanziarie».

Quindi tutti promossi e amen?

«Il CNF ha inviato i suoi ispettori in ogni sede in cui si svolgono gli esami; al termine gli ispettori faranno una relazione e sulla base di quella valuteremo le iniziative da prendere. Se saranno accertate irregolarità, il ministero della Giustizia presenterà una denuncia penale, saranno fatte indagini e si deciderà se annullare l’esame».

Se c’erano gli ispettori, come potrebbe essere accaduta una cosa come quella denunciata dall’Anpa?

«Noi abbiamo inviato gli ispettori, che hanno solo compiti di osservazione. La vigilanza sulla regolarità degli esami spetta alla Commissione esaminatrice e alle forze dell’ordine».

Succede ogni volta, vero?

«Spero non succederà più. Abbiamo già preso accordi con il ministero e stiamo pensando ad alcune modifiche agli esami di abilitazione. Ci sarà una prova preselettiva. Solo al termine, i candidati potranno svolgere la prova scritta. Insomma, potremo selezionare quelli che sono davvero preparati»

Perchè l’Anpa punta il dito sul Consiglio Nazionale Forense e chiede le sue dimissioni?

«Chiunque può chiedere qualunque cosa. L’Anpa la conosco bene: sono molto critici nei confronti di tutti gli organismi dell’avvocatura: è una forma di protesta, legittima per carità. Loro probabilmente chiedono le mie dimissioni perchè non sanno che la regolarità degli esami non dipende dal Cnf. Se dipendesse da me, da noi, le assicuro che mi dimetterei subito».

Intervista di Massimo Martinelli, “ll Messaggero” pag. 13