mercoledì, febbraio 06, 2008

CASSAZIONE, POLITICO AD AVVERSARIO: 'VIENI FUORI',NON E' MINACCIA.


Roma, 5 feb. (Apcom) - La Cassazione continua a 'dare lezioni di bon ton' ai politici italiani, abbandonando, questa volta, la linea dura: per la Suprema Corte non rischia, infatti, una condanna per minacce chi, durante una riunione ufficiale, dice all'avversario politico 'vieni fuori', sfidandolo e mostrandogli persino il pugno.

Con la sentenza 5361 di ieri la Cassazione ha annullato la condanna per minacce nei confronti di un ex consigliere comunale di Lorenzago, in provincia di Belluno, che aveva detto in dialetto ad un avversario "volete venire fuori?", mostrandogli il pugno.

A marzo del 2007 la Corte d'appello di Venezia aveva confermato la condanna inflitta dal Tribunale di Belluno.

Le cose sono andate diversamente di fronte alla Suprema corte, alla quale era ricorso l'ex consigliere comunale. La V sezione penale ha annullato la doppia condanna di merito sostenendo che in realtà si trattava non di una minaccia ma di una "sfida".

La frase "vosto vegnì de fora" che, tradotta dal vernacolo cui appartiene suona come "volete venire fuori?" non può certamente essere intesa alla stregua ad un invito a bere qualcosa, ma costituisce inequivocabilmente una sollecitazione a regolare privatamente il dissidio già manifestatosi nella seduta del consiglio comunale, spiega il collegio di legittimità.

Tuttavia, aggiunge la Cassazione, "pur essendo tale il significato semantico della frase pronunciata dal politico, non possono ravvisarsi nel suo contenuto gli estremi di una minaccia".

Non basta. "Ben diversa sarebbe stata la rilevanza penale della condotta dell'uomo, se la frase da lui pronunciata fosse stata ti aspetto fuori o altra di simile tenore: giacché in tal caso il male prospettato sarebbe consistito in uno scontro fisico imposto unilateralmente dall'imputato e tendenzialmente non evitabile dalla persona offesa". Nel caso sottoposto all'esame della Corte, invece, si trattava di una sfida che l'avversario poteva decidere di accettare oppure no.