sabato, aprile 05, 2008

Pecoraro garantista e Scanio giustizialista.

Le accuse rivolte a Pecoraro Scanio si riferiscono ai reati di corruzione ed associazione a delinquere, i fatti sono relativi ad appalti riguardanti la spazzatura.

Qui non m’interessano né i presunti reati, né i presunti fatti.

Il ministro indagato avrà sentito parlare dell’esistenza di una residua e minoritaria genìa di cultori del diritto, detti “garantisti” dalle tribù giustizialiste, sempre inclini, queste ultime, a considerare le regole e le leggi quali ostacoli da abbattersi per potere conquistare al popolo una non meno popolare giustizia.

Nei riti segreti che noi officiamo, nel profondo delle catacombe ove ci riuniamo, evochiamo l’anima dei diritti e ripetiamo “nessuno è colpevole fino a prova del contrario”.

Oggi celebreremo avendo in mente Pecoraro.

Nel frattempo, però, il suddetto informi Scanio che secondo le teorie da lui sempre proclamate, occorre che tutti e due, sia Pecoraro che Scanio, si dimettano all’istante e s’allontanino dalla vita pubblica, in attesa d’avere dimostrato, loro, d’essere innocenti.

L’inversione logica e quella della prova sono, a noi, sempre sembrate barbarie, ma non è simpatico che siano i barbari ad approfittare dei nostri sforzi.

Sempre dal profondo delle catacombe, a noi è capitato di scrivere (naturalmente su fogli accuratamente clandestini) che non sta bene che i magistrati del pubblico ministero si scelgano le inchieste, gli indagati ed i tempi adatti a divenir più famosi che processualmente vincenti.

Uno dei nostri sacerdoti elaborò la teoria dello “ius sputtanandi”, osservando che non stava bene mantenere al loro posto dei persecutori inclini a perdere i processi e guadagnare le prime pagine.

Oggi questo vale anche per l’avventura che occorre a Pecoraro, sempre che Scanio non intenda stare dalla parte del proprio accusatore, siccome fece in passato quando il trattamento macellava altri.

Insomma, tutto questo per dire che le vie della sorte sono davvero infinite, e non è escluso che la loro trama porti oggi il ministro ad accorgersi che le cose da lui dette in passato erano l’assassinio della giustizia, ed il proprio suicidio.

Scritto da Davide Giacalone

www.davidegiacalone.it