domenica, aprile 20, 2008

SFUMA LA 'GIUNTA UNITARIA' PER L'ANM: M.I. RINUNCIA.


Roma, 19 apr. (Apcom) - Magistratura indipendente, corrente di destra moderata dell'Associazione Nazionale Magistrati, tiene il punto: dopo la mancata firma del documento programmatico votato dal parlamentino delle toghe il 29 marzo, oggi ha opposto 'il gran rifiuto' e ha detto no all'ingresso in Giunta, facendo naufragare l'ipotesi di un vertice rappresentativo di tutte e quattro le correnti.

Apertura alla formulazione di un nuovo esecutivo, invece, da parte di Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia, che affiancheranno Unicost nella creazione di una nuova giunta.

La grosse koalitionen che governerà le toghe, dunque, sarà composta da un centrosinistra allargato alle componenti più estreme, senza l'apporto del centrodestra.

Per avere notizie certe, però, bisognerà aspettare mercoledì 23 aprile alle 15, quando tornerà a riunirsi il parlamentino delle toghe.

Oggi infatti Movimento per la Giustizia ha chiesto e ottenuto un aggiornamento della seduta alla prossima settimana, per lavorare ancora sulle priorità per il futuro dei magistrati e sul rapporto per il prossimo governo.

La presidenza dell'associazione delle toghe dovrebbe comunque rimanere nelle mani di Simone Luerti (Unicost), mentre alle altre correnti, che alle elezioni pagarono lo scotto dell'aver, secondo alcuni, "concesso troppo al governo Prodi", verranno riservati i posti di segretario e altri incarichi di rilievo.

Per capire però in che direzione stanno andando i magistrati occorre rileggere il documento votato il 29 marzo, nel quale l'Anm ha ribadito l'impegno per una intransigente difesa dei principi costituzionali posti a garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza dei magistrati giudicanti e del pubblico ministero. Tra questi in particolare: l'unità dell'ordine giudiziario (pur nella distinzione di funzioni tra giudici e pubblici ministeri); la composizione e le competenze del Consiglio Superiore della Magistratura e il mantenimento in capo all'organo di governo autonomo della giurisdizione disciplinare.

Facile dunque intuire che per tutta la durata dellla prossima legislatura i magistrati saranno chiamati alle armi, anche se oggi Luerti non si è lasciato tentare dalle provocazioni dei cronisti. "Meglio non commentare quanto si è detto fino ad ora, anche perchè - ha detto - molte mi sono parse uscite da campagna elettorale. Berlusconi - ha aggiunto il presidente dell'Anm - ha parlato di separazione delle carriere, ma nei programmi del Pdl non c'è una riga in proposito, e quando Gaetano Pecorella annunciò l'ipotesi delle giurie popolari, noi incontrammo il senatore Francesco Nitto Palma, il quale, parlando del futuro, non ne fece menzione. Aspettiamo e vedremo".