sabato, agosto 16, 2008

Sequestro preventivo" del GIP di Bergamo: oscurato in Italia il sito “Pirate Bay”.



ROMA - Il sequestro di The Pirate Bay - uno dei più popolari siti al mondo per lo scambio di musica, giochi, film pirata - , avvenuto questa settimana, ha caratteri eccezionali e apre rischi inediti per l'internet italiana, secondo gli esperti: "si basa su un'applicazione originale delle norme. Se passa questo principio, è una pistola alla tempia di qualsiasi fornitore di contenuti su Internet, anche Google o siti di notizie, che potrebbero trovarsi oscurati solo in base a un semplice sospetto, prima del processo".
Parole di Andrea Monti, avvocato tra i maggiori esperti di diritto d'autore in internet e presidente di Alcei (storica Associazione per la libertà nella comunicazione elettronica interattiva).
Per capire quale nuovo panorama si apre - e quali rischi - bisogna sapere come è avvenuto il sequestro di The Pirate Bay, motore di ricerca specializzato in file torrent, che permettono di scaricare contenuti di vario tipo, spesso pirata, dai computer di altri utenti. Da lunedì non è raggiungibile dagli utenti italiani.
Il provvedimento del GIP di Bergamo è qualificato come "sequestro preventivo" - un sequestro cioè fatto prima del processo, per impedire il perpetuarsi del reato individuato, in questo caso la violazione del diritto d'autore.
Anche se Pirate Bay non contiene file pirata, consente di trovarli (fa come da ponte tra gli utenti che li posseggono) e quindi è accusato di facilitare la pirateria. La vicenda ha sollevato molte polemiche, su vari siti anche internazionali, perché è la prima volta che The Pirate Bay viene bloccato in un Paese.
Si tratta inoltre del maggiore blocco mai operato su un sito in Italia e in Europa: The Pirate Bay è molto popolare, ha raggiunto picchi di 10 milioni di utenti connessi in contemporanea.
Il provvedimento ha imposto il blocco ai provider in base all'articolo 14, comma 3, del decreto legislativo del 2003 (che recepisce la direttiva europea sul commercio elettronico). Qui si definisce la responsabilità dei provider e che "l'autorità giudiziaria o quella amministrativa avente funzioni di vigilanza può esigere anche in via d'urgenza, che il prestatore (il provider, ndr.), nell'esercizio delle attività di cui al comma 2, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse".
"Sì, ma l'anomalia, che secondo me è illegale, è usare questo articolo per fare partire un sequestro preventivo, che in realtà è un oscuramento del sito", dice Monti.
Al solito un sequestro è di un bene fisico - per esempio del computer-server dove è contenuto il sito. In questo caso però, poiché i server sono in Svezia, il gip ha scelto la strada dell'oscuramento, "ma non è corretto farlo con lo strumento del sequestro preventivo".
Altra anomalia, "è la prima volta che il sequestro riguarda non solo una cosa presente, ma anche una cosa futura".
È così che il provvedimento del gip riesce a essere molto ampio e difficile da aggirare: chiede ai provider di bloccare l'accesso non solo a The Pirate Bay, ma anche ad alias, presenti e futuri, che conducano allo stesso sito.
Sono bloccati non solo l'IP statico attuale del sito, ma anche quelli futuri che The Pirate Bay dovesse attivare per aggirare il provvedimento italiano.
A tal scopo ha subito creato un sito ad hoc per gli utenti italiani, Labaia.org, ma il provvedimento è destinato a impedire l'accesso anche a quest'ultimo. Se resta accessibile a qualche utente, è solo perché i rispettivi provider non hanno ancora eseguito il provvedimento in toto.

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