lunedì, gennaio 05, 2009

Per le professioni serve l’immediata abolizione della maldestra Bersani.


Con la consueta puntualità il CCBE ha di recente richiamato la risoluzione del 5 aprile 2001 nella quale il Parlamento europeo ha affermato che le professioni rappresentano uno dei pilastri del pluralismo e che va garantita l’indipendenza dei professionisti all’interno della società.
Il nuovo ordinamento forense è, quindi, un’emergenza, oltre che un’urgenza. L’avvocatura attende dal 1933 una nuova legge professionale. Nelle more, si deve, purtroppo, registrare il maldestro intervento attuato con la legge Bersani che ha violato la Costituzione e la normativa europea.
Il Parlamento Ue e la Corte di giustizia europea hanno più volte riconosciuto l’alta funzione sociale, l’indipendenza, il segreto e la confidenzialità quali valori fondamentali della professione di avvocato, considerandoli di pubblico interesse. Bersani ha, invece, ignorato questi principi sancendo norme ispirate ad un criterio di concorrenza dei prezzi, inapplicabili al mondo professionale, che finisce per ridurre la qualità del servizio a detrimento dei consumatori.
In una recente ricerca del Censis, promossa dal C.N.F., si è rilevato che il cliente medio non ha interesse specifico a quanto e a come si affaccia nella professione di avvocato la logica di mercato.
Ciò che gli interessa di più è che questo professionista sia competente e possa risolvere il suo problema. Secondo l’indagine Censis solo lo 0,5 per cento dei cittadini segue per la scelta del professionista il consiglio di una pubblicità.
La logica della legge Bersani non ha, quindi, alcun reale fondamento. L’abolizione delle tariffe e dei minimi degli onorari è un intollerabile intervento legislativo che va subito rimosso.
La legge Bersani va immediatamente abrogata anche per un’altra ragione: fissa la nullità delle norme deontologiche.
Con ciò ignorando che i codici deontologici hanno un fondamento costituzionale per effetto dell’art. 118, comma 4, della Costituzione, che fissa il principio di sussidiarietà orizzontale.
In questo quadro normativo si colloca la richiesta di abrogazione della legge Bersani, ancor prima dell’approvazione della nuova legge professionale.
D’altra parte, nei disegni di legge presentati al Parlamento si prospettano norme che invalidano i principi della Bersani.
Tanto vale anticiparne l’efficacia.
Nello specifico, nel testo che l’avvocatura sta predisponendo è previsto che gli onorari minimi e massimi, indicati nelle tariffe professionali approvate ogni due anni, sono sempre vincolanti, a pena di nullità.
Segue il ripristino del divieto di patto di quota lite, con la previsione di nullità degli accordi che attribuiscono all’avvocato una quota del risultato della controversia.
di Maurizio de Tilla – Presidente Oua

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