lunedì, febbraio 09, 2009

CSM: DA PM DI SALERNO DELEGITTIMAZIONI E TANTE INSINUAZIONI.


ROMA (ANSA) - Hanno delegittimato ''tantissimi soggetti anche istituzionali'', ''insinuato dubbi di correttezza, senza la minima prova'' anche sulle piu' alte cariche dello Stato, ledendo il loro ''prestigio'' e spingendosi sino a coinvolgere ''''gratuitamente in critiche sconsiderate'' persino il presidente della Repubblica. E' durissima la sezione disciplinare del Csm con i magistrati di Salerno protagonisti dello scontro con la procura generale di Catanzaro.
Nelle motivazioni dell'ordinanza con cui ha disposto la sospensione del procuratore Luigi Apicella e il trasferimento dei suoi sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, ma anche l'allontanamento dalle loro funzioni e dalla loro sede del Pg di Catanzaro Enzo Jannelli e il suo sostituto Alfredo Garbati, ce n'e' per tutti i protagonisti dello scontro ''senza precedenti'', che ha prodotto un ''inusitato vulnus'' mai verificatosi prima ''nella storia repubblicana'' della funzione giurisdizionale e che ha determinato il rischio di una ''vera e propria implosione della giurisdizione''.
Tutti, compiendo atti ''abnormi''(il sequestro, le toghe salernitane e il successivo controseguestro, quelle calabresi, del fascicolo Why not) hanno infatti subito una ''caduta di autorevolezza, prestigio e credibilita''' che rende impossibile la loro permanenza nello stesso ufficio e che li rende ''inidonei'' a ''svolgere in maniera adeguata indagini'' e dunque a fare i pubblici ministeri.
Va ancora peggio ad Apicella, che per il tribunale delle toghe e' ''incompatibile'' con l'esercizio delle funzioni giurisdizionali e che per questo e' stato sospeso. Ma se, dunque tutti hanno sbagliato, violando regole fondamentali, le censure piu' dure sono per i magistrati di Salerno.
La sezione disciplinare ritiene che abbiano ''abdicato'' al loro ruolo di magistrati ''imparziali'' e ''super partes'', visto che hanno riprodotto nelle motivazioni del sequestro del fascicolo Why not, in maniera ''pedissequa'' e ''senza alcun vaglio critico'', il ''contenuto delle piu' di 60 dichiarazioni'' rese loro dall'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, anche quelle in cui questi lamentava il silenzio di Giorgio Napolitano sulla sua vicenda; assieme a una ''serie infinita'' di dati (come i numeri di telefono di Prodi e Mastella e di un agente segreto, ma anche fotografie, e i ''nominativi sul citofono di un portone''), documenti (come le relazioni del consulente Genchi), intercettazioni, valutazioni ''spesso non pertinenti rispetto all'oggetto dell'indagine''.
E cosi' hanno inserito nel loro provvedimento, finito su Internet e che ''ha il taglio di un'inchiesta giornalistica'',''notizie allarmistiche e impertinenti'' su ''personaggi estranei'' al loro procedimento penale: ''alte cariche istituzionali, magistrati, politici e personaggi pubblici'', ledendo in alcuni casi il diritto alla loro riservatezza.
Hanno fatto proprie ad esempio ''accuse allusive'' di De Magistris ai magistrati che gli erano subentrati nelle inchieste,e al pg della Cassazione che gli aveva promosso l'azione disciplinare.
E menzionato ''gratuitamente'' altri giudici non indagati ''riuniti, loro malgrado, in un gran 'polverone''.
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