mercoledì, febbraio 04, 2009

Infuria la polemica tra Di Pietro e l'Unione Camere Penali.


DI PIETRO, MI CALUNNIANO MA PORTERO' 200MILA TESTIMONI = (AGI) - Roma, 3 feb. - "Bene ha fatto la Procura di Roma ad iscrivere, come atto dovuto, la denuncia presentata dall'avvocato Dominioni, allo stesso tempo presidente dell'Unione delle Camere Penali e legale della famiglia Berlusconi. La Procura fara' altrettanto bene quando iscrivera' il nome di Dominioni e di chi, insieme a lui, mi ha calunniato sulla falsa presupposizione che io abbia offeso il Capo dello Stato".
Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro. "Una persona di tale levatura culturale e preparazione professionale - prosegue il leader Idv - dovrebbe sapere che e' un grave errore affidarsi a ricostruzioni giornalistiche sommarie, piuttosto che accertare prima quel che e' successo realmente. Io portero' con me, come testimoni, oltre 200mila persone che, attraverso la diretta streaming, hanno assistito al mio intervento. L'avvocato Dominioni portera' solo un generico 'sentito dire'. Ma, forse, la verita' e' molto piu' banale: chi ha fatto quelle denunce non intende perseguire un fine di giustizia, ma soltanto fare un favore ai propri clienti". "Spiace che, per fare cio', abbia coinvolto - conclude Di Pietro - un'importante istituzione quale quella dell'Unione delle Camere Penali". (AGI)

Replica del Presidente Oreste Dominioni

L’on. Di Pietro, messo di fronte alla portata giuridica delle sue dichiarazioni di piazza Farnese, sembra proprio perdere la misura di ciò che è utile a scagionarsi.
Quanto al riferimento alla calunnia, forse è da rimandare l’on. Di Pietro alla lettura delle norme e alle sue dichiarazioni registrate dalla stampa.
Con una considerazione elementare: non è buona cosa, nell’impostare una propria difesa, fare fumo.
Grave è, piuttosto, ciò che l’on. Di Pietro non coglie o finge di non cogliere: l’iniziativa dei vertici dell’Unione delle Camere Penali Italiane ha risposto all’esigenza civile che, di fronte a timidezze partitiche, fosse dato un altolà a una progressiva quanto inconcepibile e alla fine anche illegittima aggressione istituzionale, fino a colpire inopinatamente la suprema carica dello Stato.
Del tutto fuori moda, se così si può dire, è poi indicare l'iniziativa dell'Unione delle Camere Penali come strumentale a miei supposti «clienti».
Oltre che risibile in sé, questa sortita dà la misura, purtroppo non sorprendente, di una concezione deformata della politica,della giustizia e dell’avvocatura.
Tra l’altro conviene all’on. Di Pietro che sia meglio attento ai suoi, di «clienti», se la stampa anche qui non mente.

Nota Stampa dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio delle Camere Penali Italiane

L'UFFICIO DI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DELLE CAMERE PENALI ITALIANE, ORGANO DI RAPPRESENTANZA DELLE 120 CAMERE PENALI SUL TERRITORIO, PRESO ATTO DELL'IMPROPRIO ED INADEGUATO ATTACCO CHE L'ON. DI PIETRO MUOVE ALL'UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE, RIBADISCE IL PROPRIO APPREZZAMENTO PER L'OPERATO DEL PRESIDENTE DOMINIONI E DELLA GIUNTA NELL'AMBITO DI UN'INIZIATIVA DIRETTA A TUTELARE IL CAPO DELLO STATO DA CHI INTENDE METTERE IN DISCUSSIONE L'ADEGUATEZZA DEL RUOLO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NELLA GESTIONE -QUALE GARANTE DELLA COSTITUZIONE- DEL DIBATTITO SULLA GIUSTIZIA.

L'UFFICIO PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
Avvocati Michele Cerabona, Fausto Pellizzari, Federico Vianelli.

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