martedì, febbraio 24, 2009

L`Italia è una calamita per i delinquenti romeni, perché manca la certezza della pena.


Eugen Terteleac, presidente dell`Associazione dei romeni in Italia, se la prende «con l`inefficienza della macchina repressiva italiana» e lancia una proposta:
«Apriamo le ronde alla partecipazione di cittadini romeni, per una sicurezza senza discriminazioni».
Nella lotta alla criminalità, funziona la collaborazione tra Roma e Bucarest?
«Non funziona affatto e i lavoratori romeni onesti lo denunciano da tempo, senza essere ascoltati. Tra la nostra comunità si sta diffondendo la paura, soprattutto tra chi vive nelle periferie delle grandi città. Il pericolo è che si faccia di tutta l`erba un fascio».
Ma la comunità romena non ha delle responsabilità?
«Le nostre associazioni da tempo stanno isolando i delinquenti e chiedendo alle autorità italiane maggiore severità. Il problema è che l`Italia è una sorta di calamita per i malviventi».
Una calamita?
«Sì, perché in Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi di quelli italiani. Insomma a un criminale romeno conviene delinquere in Italia».
E' giusto che i detenuti romeni scontino la pena in patria?
«Certo, anche perché così sarebbero più vicini ai familiari».
Cosa ne pensate delle ronde di cittadini perla sicurezza?
«Siamo favorevoli. Di più: proponiamo di affiancare ai cittadini italiani dei volontari romeni, soprattutto nei quartieri ad alta densità di presenza immigrata».

tratto da "LA REPUBBLICA" di martedì 24 febbraio 2009

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