sabato, febbraio 21, 2009

Tutte le novità del decreto anti-stupri: stop ai domiciliari per i violentatori.


ROMA (21 febbraio) - Dalle ronde al patrocinio gratuito per le vittime di violenze sessuali, fino al reato di stalking. Sono solo alcune delle novità contenute nel decreto anti-stupro varato ieri dal Consiglio dei ministri.
Ronde con ex agenti.
Il via libera alle ronde previsto dal decreto legge anti-stupri approvato ieri non sarà immediato, ma avverrà dopo la conversione in legge del provvedimento e l'emanazione di un successivo decreto da parte del ministro dell'Interno. È l'articolo 6 (“Piano straordinario di controllo del territorio”) del dl a prevedere che «i sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale». I sindaci dovranno avvalersi in via prioritaria di appartenenti, in congedo, delle forze dell'ordine e delle forze armate.
Stupro, niente domiciliari.
All'articolo 2 il decreto estende l'obbligatorietà della custodia cautelare in carcere e la conseguente esclusione dai domiciliari per i delitti di prostituzione minorile, pornografia minorile, turismo sessuale, violenza sessuale esclusi i casi di minore gravità, atti sessuali con minorenne e violenza sessuale di gruppo. Si prevede poi l'arresto obbligatorio in flagranza per i casi di stupro, con conseguente possibilità di procedere con rito direttissimo e celebrare il processo anche nell'arco di 48 ore. Si limita quindi, all'articolo 3, l'applicazione dei benefici penitenziari previsti dalla legge Gozzini come permessi premio, lavoro esterno e misure alternative alla detenzione, ai condannati per delitti di violenza sessuale.
Patrocinio gratuito.
Per assicurare una più adeguata assistenza legale alle vittime di violenze sessuali, il decreto estende con l'articolo 4 il patrocinio gratuito a spese dello Stato per tutti coloro che subiscono questo tipo di reato, anche in deroga ai limiti di reddito.
La senatrice dei Pd Vittoria Franco commenta: ««Siamo ovviamente d'accordo con misure come il gratuito patrocinio, l'arresto cautelare in carcere, o l'ergastolo per chi uccide dopo una violenza. Ma a parte lo stalking non ci sono misure vere di prevenzione della violenza contro le donne. Non si stanziano fondi, non sono previste misure a favore dei centri antiviolenza, come sarebbe invece necessario, non si finanziano in modo massiccio, come si dovrebbe, le forze dell'ordine».
Da marzo 2.500 agenti in più.
Il decreto prevede lo stanziamento di fondi per 100 milioni di euro che serviranno, ha spiegato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, «a rafforzare il sistema di controllo e di presidio del territorio».
In base al provvedimento, saranno poi assunti entro il 31 marzo prossimo altri 2.500 operatori delle forze dell'ordine. Sarà un successivo decreto interministeriale a chiarire le modalità. Poliziotti, carabinieri e finanzieri saranno assunti tra i volontari in ferma breve prefissata risultati idonei nei concorsi degli anni precedenti. Il segretario generale della Silp-Cgil ricorda però che «le forze dell'ordine hanno subito tagli per un miliardo di euro con la manovra finanziaria».
Ergastolo in caso di morte.
All'articolo 1 si prevede una modifica al Codice penale in modo da contemplare l'ergastolo in caso di omicidio commesso in occasione dei delitti di violenza sessuale, atti sessuali con un minorenne, violenza sessuale di gruppo e atti persecutori.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha commentato: «Il decreto legge anticipa di 100 giorni la tutela giuridica delle donne. La norma è già stata approvata al Senato e ne anticipiamo gli effetti».
Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha aggiunto: ««È finito il tempo delle scarcerazioni facili per gli stupratori, che ora sanno di rischiare pure l'ergastolo».
Il nuovo reato di stalking.
Si prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque «molesta o minaccia taluno con atti reiterati ed idonei a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero a ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero a costringere lo stesso ad alterare le proprie scelte o abitudini di vita. La pena aumenta se a molestare è il coniuge, anche se separato o divorziato, o il convivente o il fidanzato (anche ex). Si prevede più carcere anche se la vittima è un minore o un disabile o una donna incinta e se gli atti persecutori sono stati commessi usando armi, o da “persona travisata”.
Videosorveglianza più diffusa.
Il piano straordinario di controllo del territorio prevede poi l'utilizzo da parti dei Comuni di sistemi di videosorveglianza in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
La capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta: «Il Governo è incoerente e contradditorio: oggi Maroni annuncia un potenziamento della videosorveglianza urbana, dimenticandosi che nel ddl intercettazioni il ministro Alfano ha introdotto una norma che equipara le riprese visive e audio visive alle intercettazioni telefoniche per cui tutto ciò che sarà videoripreso senza l'autorizzazione preventiva del tribunale collegiale sarà inutilizzabile ai fini processuali».
La permanenza nei Cie, 6 mesi.
Con l'estensione da due a sei mesi del tempo di permanenza nei Centri di identificazione e espulsione (Cie) «potremo garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono nei Centri per immigrati, in particolari quelli provenienti dalla Tunisia che sono stati trattenuti in queste settimane a Lampedusa».
Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, illustrando il decreto legge anti-stupri. A Lampedusa, ha ricordato, «c'erano oltre 1.000 tunisini, ne sono già stati rimpatriati oltre 120. Ora saranno tutti rimpatriati grazie a questa norma. Noi abbiamo anticipato nel decreto una norma già approvata dal Parlamento europeo per quanto riguarda l'asilo e i rimpatri».

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