sabato, giugno 27, 2009

Pretende troppo sesso dalla moglie: condannato per violenza sessuale!



ROMA - Commette violenza sessuale e maltrattamenti il marito che costringe la moglie "a subire rapporti sessuali plurimi" anche quando la donna non ne ha assolutamente desiderio.
A dirlo è una sentenza della Corte di Cassazione che conferma la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per un marito di Novara che pretendeva "prestazioni sessuali" dalla moglie arrivando a minacciarla con un macete.
La terza Sezione penale con la sentenza numero 26.345 ha respinto il ricorso di un marito piemontese, condannato dalla corte d'Appello di Torino nel settembre 2008, sia per aver sottoposto a maltrattamenti la moglie, sia per violenza sessuale per averla costretta a subire rapporti sessuali oltre il desiderio della stessa.
Inutilmente il marito ha tentato di alleggerire la sua posizione chiedendo alla Cassazione di derubricare i diversi reati in quello di maltrattementi in famiglia visto che, a suo dire, non può commettere violenza sessuale il marito che chiede alla moglie di avere più rapporti.
E in effetti, registra la Suprema Corte, la stessa consorte aveva riferito di intrattenere con il marito rapporti sessuali consenzienti e che talora "le erano richieste prestazioni con frequenza troppo elevata che non gradiva".
Piazza Cavour ha ribadito che non esiste all'interno di un rapporto coniugale o paraconiugale un "diritto all'amplesso", né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale.
Inoltre non ha valore discriminante il fatto che la donna non si opponga palesemente ai rapporti sessuali e li subisca, quando è provato che l'autore "aveva la consapevolezza del rifiuto implicito della stessa agli atti sessuali". La moglie, infatti, per non destare allarme nei figli non si opponeva alle pretese del marito e a gesti muti cercava, inutilmente, di farlo desistere.

Tratto dal sito: www.repubblica.it

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