lunedì, luglio 27, 2009

OUA CHIEDE MISURE ANTICRISI ANCHE PER GLI AVVOCATI.



STOP AGLI STUDI SETTORE, DETASSAZIONE DEGLI UTILI REINVESTITI, LIBERALIZZAZIONE DELL’AUTENTICA DELLE FIRME, DELLA NEGOZIABILITÀ DEI MUTUI, DELLA CESSIONE DI QUOTE DELLE SRL.
Queste sono solo alcune delle proposte presentate dalla Commissione Fisco dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, coordinata da Luigi Zenoni, per chiedere la modifica della cosiddetta manovra “Anticrisi” varata dal Governo e in discussione in Parlamento (il Dl 78/09, che dovrà essere convertito entro il prossimo 1° settembre).
Gli avvocati denunciano l’inadeguatezza del provvedimento legislativo in discussione per un settore in grande sofferenza come quello delle professioni e nello specifico degli avvocati.
Per Maurizio de Tilla, presidente dell’organismo politico di rappresentanza dell’avvocatura, «la crisi economica sta mettendo a dura prova il mondo delle libere professioni. Il ceto medio italiano subisce da anni una pressione fiscale e inflattiva elevata e in assenza di interventi precisi e concreti si rischia di paralizzare un pezzo importante della mondo produttivo del nostro paese e, così, far perdere molti posti di lavoro».
«La Commissione Fisco dell’Oua – ha aggiunto de Tilla- ha preparato un pacchetto di proposte che invieremo a governo e parlamento per chiedere la modifica del decreto legge “anticrisi”.
La cosiddetta “manovra d’estate” deve dare risposte complessive alla crisi internazionale che sta colpendo l’Italia, evitando interventi parziali e corporativi, per questa ragione crediamo che un maggiore coinvolgimento degli avvocati, e dei professionisti in generale, potrebbe essere utile a comprendere i problemi specifici di questo settore.
L’Oua propone che si detassino gli utili reinvestiti e che si sospendano gli studi settore.
Si concorda, inoltre, con la proposta della Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, per un concordato preventivo di massa per l’emersione dei redditi occultati al fisco.
È, altresì, importante che si preveda per gli avvocati che svolgono le difese penali a spese dello Stato, le cui parcelle non vengono saldate da parecchio tempo, che possano cedere i crediti pro soluto alle Banche, così come avviene con le imprese nell’ambito delle forniture e degli appalti della pubblica amministrazione.
Infine, è opportuno nell’ottica di una liberalizzazione, che si possa ampliare la sfera di operatività professionale così da consentire anche agli avvocati l’autentica delle scritture private, la rinegoziazione dei mutui, la stesura dei protesti cambiari, la predisposizione delle pratiche di vendita auto, la gestione delle cessioni di quote delle s.r.l. e la predisposizione delle pratiche afferenti il cosiddetto scudo fiscale».
Roma, 27 luglio 2009

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