mercoledì, settembre 23, 2009

Incontra consensi la proposta, rilanciata a Napoli dall'OUA, d’un giudice unico per la famiglia.



Un giudice ad hoc per le questioni giuridiche riguardanti la famiglia: incontra consensi la proposta lanciata recentemente a Napoli dall'Oua, per iniziativa del presidente dell'Organismo unitario, Maurizio de Tilla.
Istituire un giudice unico per la famiglia, in grado di rispondere con sensibilità e competenze adeguate alle sfide imposte dalla società moderna che esprime sempre più di frequente nuclei familiari inediti, condizionati - solo per fare qualche esempio - dall'aumento esponenziale di divorzi e separazioni, dalla nascita di istituti giuridici nuovi come quello dell'affidamento condiviso, da matrimoni misti tra persone di diversa cittadinanza (e, spesso, fede religiosa), dall'incremento di adozioni internazionali.
E’ questa la proposta presentata dall'organismo Unitario dell'avvocatura (in sigla Oua) nella persona del suo presidente Maurizio de Tilla e che ha incontrato consensi in occasione di un convegno nazionale sul tema organizzato nei giorni scorsi a Napoli.
La proposta dell'Oua si ricollega all'esperienza positiva fatta in Germania.
"La nostra idea è stata ben tradotta in Germania - ricorda a tal proposito lo stesso de Tilla - dove di recente si è istituito il grande Tribunale della famiglia. Sulla falsariga di questa positiva esperienza riteniamo opportuno anche nel nostro Paese unificare le competenze in materia di diritto di famiglia in capo ad un giudice unico".
Quanto all'attuazione concreta di questa proposta de Tilla spiega che essa potrebbe avvenire "tramite la creazione di un Tribunale apposito, oppure mediante l'istituzione di sezioni specializzate", come del resto oggi già avviene per la materia fallimentare, oppure per il contenzioso relativo a lavoro e previdenza (in quest'ultimo caso la competenza è stata estesa di recente anche al contenzioso che riguarda i pubblici dipendenti).
"Oggi – avverte Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario al ministero della Giustizia – la famiglia ha un quadro di riferimento, sotto il profilo dell'organizzazione giudiziaria, estremamente frammentato: c'è il giudice ordinario per tutto ciò che concerne separazioni, divorzi e figli illegittimi. E ancora, c'è il giudice dei minori per quanto riguarda figli naturali, decadenza della potestà e le adozioni; il giudice tutelare per le funzioni residuali".
"C'è bisogno, invece, - dichiara ancora la senatrice – di un centro unico di competenze per la famiglia che richiede non solo un giudice, ma anche un avvocato specializzato, entrambi competenti ad affrontare le questioni delicate che riguardano il mondo dell'affettività e il nucleo fondante della società civile". L'istituzione del Tribunale per la famiglia, per i minori, per la persona – come è stato auspicato sia definito – avrebbe come effetti positivi il superamento degli ingorghi della giustizia minorile che oggi spesso si sovrappone a quella ordinaria, e dunque una risoluzione dei casi più tempestiva nonché una giurisprudenza più uniforme.

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