venerdì, settembre 18, 2009

MANTOVANO: PROCURE BOICOTTANO REATO CLANDESTINITA'.



ROMA (ANSA) - "Sul contrasto all'immigrazione clandestina quanto accade oggi in più aule giudiziarie e in più uffici di Procura merita la qualifica di 'boicottaggio'". L'allarme arriva dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano.
"Alcune regioni a guida centrosinistra impediscono l'apertura dei Cie sul loro territorio, e con questo rendono più complicato l'iter della espulsione. Troppi magistrati - dice all'ANSA Alfredo Mantovano - impediscono l'operatività delle nuove norme e bloccano di fatto le espulsioni. Saranno gli stessi che fra qualche mese lamenteranno che le nuove norme non servono a nulla".
''E' venuto il momento - aggiunge il sottosegretario - che faccia sentire la propria voce chi, dall'interno del mondo giudiziario, non condivide questa visione militante e ideologica del ruolo del giudice; e che, piu' in generale, faccia sentire la sua voce chi, di fronte alle varie ordinanze di presunto contrasto alla Costituzione, non ha dimenticato che secondo la Costituzione la sovranita' appartiene al popolo ed e' espressa dal Parlamento. Non da giudici sedicenti 'democratici'''.
Oggi, secondo Mantovano ''si sta riproponendo il medesimo film proiettato all'indomani della legge Bossi Fini: allora vi fu dapprima la teorizzazione e poi la pratica disapplicazione delle norme di contrasto alla clandestinita'''.
''In occasione del Congresso di Magistratura democratica, il 23 gennaio 2003 - ricorda Mantovano - l'allora segretario della 'corrente' Claudio Castelli, defini' 'la legge Bossi-Fini, portato di pregiudizi razzisti, spinte securitarie e parole d'ordine tanto demagogiche quanto inidonee a governare un fenomeno sociale imponente', e quindi contesto' l'idea secondo cui 'esista un primato della rappresentanza politico-parlamentare come tale e che tutto il resto debba, in un modo o nell'altro, obbedire alle regole della maggioranza'?''.
Da tale teoria, secondo il sottosegretario, ''sono seguiti i fatti: centinaia e centinaia di ordinanze di presunta illegittimita' mandate alla Corte costituzionale (che, a conferma della pretestuosita' delle impugnazioni, ne ha accolte solo 5 e per aspetti secondari), paralisi dei relativi processi, sentenze fantasiose nei giudizi in cui le norme non venivano mandate alla Consulta. Cosi' una parte della magistratura dapprima ha impedito alle nuove disposizioni di funzionare, poi ha criticato la Bossi Fini perche' non funzionava''.
''Dopo l'approvazione della legge sicurezza – dice Mantovano - il film si ripete. L'11 e 12 scorsi a Lampedusa le 'correnti' Md e Movimento per la giustizia hanno chiamato alla mobilitazione contro le nuove norme. A stretto giro il procuratore di Torino ha fornito l'indicazione di non priorita' dei processi per il reato di ingresso clandestino, e in vari tribunali d'Italia si fa a gara a chi impugna prima le nuove disposizioni''.
''Tutto cio'- conclude il sottosegretario - avviene con l'appoggio militante dell'Anm, la cui tesi singolare e' che questi magistrati si limiterebbero a manifestare il loro pensiero, non a disapplicare la legge''.

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