martedì, ottobre 06, 2009

Esame del Lodo Alfano, Consulta riunita.



ROMA 06 ottobre (ANSA 12:05) - Al palazzo della Consulta ha preso il via, con il plenum dei giudici, l'udienza della Corte Costituzionale sul 'lodo Alfano', la legge che sospende i processi nei confronti delle cinque più alte cariche dello Stato.
La Consulta non ha ammesso l'intervento della Procura di Milano nel giudizio riguardante la legittimità del Lodo Alfano.
La decisione è stata comunicata dal presidente della Corte, Francesco Amirante, alla ripresa dell'udienza successiva alla sospensione che ha consentito ai giudici costituzionali di ritirarsi in camera di consiglio per decidere in proposito. Il professor Alessandro Pace, che aveva presentato memorie alla Consulta per sostenere l'illegittimità del Lodo a nome della Procura di Milano, non potrà dunque intervenire nell'udienza pubblica. Ora parlerà l'avvocato del premier, Niccolò Ghedini.
Secondo i precedenti della Corte, la Procura non sarebbe titolata ad intervenire in giudizio come parte. Ma il professor Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani, a nome della Procura di Milano ha chiesto alla Corte l'ammissibilità dell'intervento per argomentare, in udienza pubblica, i motivi per cui il Lodo Alfano sarebbe illegittimo.
Pace ha preso la parola dopo che il giudice relatore Franco Gallo, per circa mezz'ora, ha riassunto i temi dei ricorsi presentati dai magistrati di Milano e di Roma contro la legge che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato.
"E' vero che stando alla precedente giurisprudenza della Corte l'intervento della Procura di Milano non potrebbe essere ammesso, ma - ha sottolineato - tale giurisprudenza non è più utilizzabile, alla luce del nuovo art.111 della Costituzione, che garantisce la parità delle armi e il principio del contraddittorio" anche dinanzi alla Corte costituzionale. Gli avvocati del premier Berlusconi, invece, hanno chiesto che la Corte dichiari inammissibile l'intervento della Procura di Milano.
"La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione", ha detto l'avvocato del premier Niccolo' Ghedini innanzi ai giudici della Consulta in una arringa durata15 minuti. L'avvocato del presidente del Consiglio, che è anche parlamentare, ha sottolineato che con il 'lodo' "é stato realizzato, con una legge ordinaria, un edificio costituzionalmente resistente".
"Ci aspettiamo che la Consulta decida con grande serenità, dimenticando le questioni politiche", auspica infine Gaetano Pecorella, legale del premier.

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