sabato, gennaio 23, 2010

Cassazione: è tentata estorsione chiedere soldi per ritirarsi da un’asta.


Integra gli estremi del reato di tentata estorsione la richiesta della corresponsione di una somma di denaro come “prezzo” domandato per astenersi dal prendere parte ad una vendita all’incanto e, così, non turbare le aspettative nutrite dai soggetti sottoposti a procedura esecutiva di poter rientrare nella disponibilità dei beni pignorati.
Infatti, in tale ambito, per giurisprudenza costante la minaccia, anche se consistente nell’esercizio di un diritto o di una facoltà riconosciuta dall’ordinamento al soggetto agente, diventa illegittima quando, pur non essendo il male prospettato antigiuridico, il soggetto strumentalizza la facoltà accordatagli per un fine diverso da quello per cui la stessa è stata conferita.
Evidente, dunque, nel caso in questione la sussistenza del requisito della minaccia, consistita nell’abuso di mezzi giuridici legittimi da parte del soggetto attivo al fine di coartare la volontà altrui a porre in essere una prestazione dannosa, per soddisfare scopi personali non conformi a giustizia.

Cass. pen., sez. II, 7 gennaio 2010, n. 119, pres. Carmenini, rel. Macchia.

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