mercoledì, febbraio 10, 2010

L’Avv. Montera non diffamò il GDP Scarpati.


Il presidente del Consiglio forense Americo Montera non ha diffamato il giudice di pace Alberto Scarpati.
A scrivere la parola fine sulla vicenda è stata la Corte di Cassazione, che ha considerato inammissibile il ricorso presentato da Scarpati, condannandolo anche al pagamento di mille euro per lite temeraria e pretestuosa.
Il giudice di pace si era rivolto alla Suprema Corte dopo che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Tullio Morello, aveva disposto l'archiviazione, perchè il fatto non sussiste, del procedimento a carico di Montera, difeso dall'avvocato Cecchino Cacciatore.
Alberto Scarpati, che era giudice di pace presso il tribunale di Salerno, aveva denunciato Montera per diffamazione, ritenendolo responsabile del fatto che era finito sotto inchiesta per peculato e abuso d'ufficio, procedimenti poi archiviati. La vicenda era iniziata dopo che Montera era sceso in campo a seguito di una serie di segnalazioni da parte di vari legali salernitani.
Sotto accusa erano finiti alcuni comportamenti del giudice Scarpati, che veniva accusato di conferire consulenze tecniche e incarichi con compensi e onorari elevati per i periti, nella maggior parte dei casi superiori al valore delle stesse controversie.
E così Americo Montera aveva presentato esposti sia al Consiglio giudiziario, che al Consiglio Superiore della Magistratura in relazione ai comportamenti tenuti dal giudice di pace.
Alberto Scarpati considerava Montera «l'artefice e il coordinatore» delle proteste degli avvocati, che avevano portato all'avvio di due procedimenti penali a suo carico.
In realtà Americo Montera - come ha scritto l'avvocato Cecchino Cacciatore nella memoria difensiva - si era limitato a segnalare «una serie di comportamenti del giudice di pace ingiustificati e immotivati, che avevano causato un forte malumore all'interno dell'Avvocatura salernitana».
A sostegno della linea difensiva il difensore di Montera ha citato l'esposto presentato da un legale, che denunciava il caso in cui in una causa per il valore di 1.500 euro il giudice di pace Scarpati aveva conferito l'incarico di consulenza a un collegio di tre periti, ai quali aveva assegnato un acconto di 900 euro senza pronunciarsi prima sull'eccezione di competenza, proposta dal legale della compagnia di assicurazione, che aveva eccepito la competenza del giudice di pace di Roma, dove era avvenuto il sinistro.

Antonella Barone
Tratto dal quotidiano “Il Mattino” del 10/02/2010

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