venerdì, febbraio 05, 2010

Processi di mafia a rischio. Alfano: interverremo.


"Faremo di tutto per evitare che ci possano essere conseguenze negative e che si possa creare un grande paradosso e cioé che dall'inasprimento delle pene per i reati di 416 bis possano derivare benefici per i boss".
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, commenta così il recente provvedimento della Cassazione che, a causa delle norme contenute nel pacchetto sicurezza, rinvia le competenze e i reati con pene superiori a 24 anni alle Corti di Assise invece che ai Tribunali.
All'allarme lanciato dai giudici che si stanno occupando di procedimenti mafiosi, Alfano risponde gettando acqua sul fuoco: "Eviterei aggettivi estremi ed eccessi di ansia perché il governo dell'antimafia delle leggi e dei fatti, provvederà a fare in modo che effetti distorsivi non si verifichino. Tutti stiano tranquilli perché il Governo farà in modo che non ci siano conseguenze negative nascenti da un fatto positivo".
Alfano ha spiegato di non conoscere ancora la sentenza della Cassazione nelle sue motivazioni, perché non è stata pubblicata, "ma conosco - ha concluso - il dispositivo".
"C'é un buco nella legge, c'é un problema normativo: serve una correzione".
Questo trapela dalla Cassazione a proposito del dispositivo emesso lo scorso 21 gennaio - nel processo 'Amante' - che sposterebbe la competenza dei reati di mafia dai tribunali alle Corti di Assise con il rischio di azzerare molti procedimenti in corso.
Nulla di più viene aggiunto, dal momento che le motivazioni della sentenza non sono ancora state depositate e che non è stata redatta alcuna massima di diritto, nemmeno a livello provvisorio.
Quel che è certo è che si tratta, appunto, di un effetto dovuto ad una "imperfezione normativa" e, dunque, in grado di riverberarsi non solo sul processo 'Amante' ma su un gran numero di altri procedimenti per mafia.
Commentando i possibili effetti della sentenza nei reati di mafia, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia spiega che "se dovesse prevalere la tesi della competenza delle Corti d'assise sarebbe una vera e propria catastrofe, perché la questione si potrebbe porre in ogni stato e grado del procedimento. Con effetti che vanno dal regresso del processo in primo grado alla cancellazione di sentenze nei dibattimenti quasi conclusi".

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