martedì, aprile 20, 2010

Ddl Intercettazioni: tornano gravi indizi reato,stretta su media


ROMA 20 aprile 2010 - Il governo ha presentato oggi al Senato due emendamenti al ddl sulle intercettazioni che consentono alla magistratura di ricorrere a questo strumento di indagine in presenza di "gravi indizi di reato", mentre il testo approvato dalla Camera prevedeva il più stringente requisito degli "evidenti indizi di colpevolezza". Gli emendamenti prevedono anche per il pm una proroga delle intercettazioni di 15 giorni.

Il governo ha chiesto poi di modificare la norma transitoria in modo che per le indagini in corso continui a valere la vecchia normativa, meno severa di quella che vuole introdurre ora, ma le intercettazioni non potranno comunque superare il nuovo limite temporale di 75 giorni dall'entrata in vigore della legge.

Queste concessioni dell'esecutivo alle pressioni della magistratura e del Capo dello Stato per allargare la sfera di applicazione delle intercettazioni prevista dal ddl non si estendono però alla parte che riguarda il divieto di pubblicazione da parte dei media.

Anzi, la stretta sui media viene rafforzata, secondo quanto emerge dai 10 emendamenti presentati sempre oggi dal relatore del Pdl Roberto Centaro.

Chi viola il divieto di pubblicazione delle intercettazioni e di tutti gli altri atti giudiziari coperti da segreto viene punito nel massimo a 6 anni di reclusione, contro i cinque del testo del ddl votato alla Camera.

Questa scure si abbatte anche sulle riprese televisive "a contenuto captativo di conversazioni", come i programmi tv con la telecamera nascosta.

Il blackout viene esteso infine alla ripresa e registrazione di conversazioni (reato punibile fino a quattro anni), a meno che da queste registrazioni non emerga una notizia di reato e che la stessa venga comunicata tempestivamente all'autorità giudiziaria.

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