giovedì, agosto 19, 2010

L’OUA CHIEDE UN INCONTRO URGENTE CON IL MINISTRO ALFANO.


«Ci rendiamo conto delle difficoltà politiche del momento, ma il Governo e il Ministro della Giustizia non possono sottrarsi al dialogo, è nell’interesse del Paese aprire un tavolo di confronto, visto lo stato di agitazione della categoria e il calendario di dure iniziative di protesta già programmate. E’ bene ricordare che l’Avvocatura da tempo ha formulato proposte per rendere sollecita ed efficiente la Giustizia, equilibrando il ruolo degli operatori del settore».
Così MAURIZIO DE TILLA, presidente Oua, spiega le ragioni della richiesta di un incontro urgente con il ministro di Giustizia, Alfano.
«Segnatamente – continua il presidente dell’Oua - è stato consegnato dall’OUA al Ministro della Giustizia ed ai Parlamentari un progetto per la istituzione del Giudice Laico redatto sulla base di elementi costitutivi affidati al rigore e alla più puntuale collocazione di tale Giudice (già esistente e utilizzato) nel panorama dell’ordinamento giudiziario.
Inoltre, giace nelle aule parlamentari il disegno di legge presentato dall’On. Gaetano Pecorella ed ispirato all’OUA sulla esplicita costituzionalizzazione del “Soggetto Avvocatura” nella Giurisdizione insieme al “Soggetto Magistratura” già presente nella Carta costituzionale».
De Tilla sottolinea, inoltre, che è già stato avanzato anche un progetto condiviso di proposte che rimane ancora senza riscontro: «Il “Patto per la Giustizia” – ricorda - sottoscritto dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana insieme all’associazione Nazionale Magistrati e alle rappresentanze sindacali dei dirigenti e del personale Giustizia è un’ulteriore dimostrazione della volontà di collaborare unitariamente per mettere in efficienza il “Sistema Giustizia”. Più produttività del lavoro giudiziario, un numero maggiore di magistrati togati, la individuazione di una figura terza e rigorosa di giudice laico, la diffusione su tutto il territorio nazionale dell’informatizzazione degli uffici giudiziari e del processo telematico, più consistenti risorse economiche e materiali da gestire senza sprechi negli apparati dell’amministrazione della giustizia: sono questi i principali obiettivi che il Ministro Alfano dovrà mettere concretamente nell’agenda dei suoi lavori».
«L’Avvocatura – conclude, infine de Tilla - stavolta unitariamente, e sempre su invito dello stesso Ministro Alfano, ha prospettato un progetto condiviso di riforma dell’ordinamento forense che giace per inerzia nell’Aula del Senato senza fissazione del prosieguo della discussione.
L’Avvocatura rimane, quindi, stupita che, di fronte a una sua precisa volontà ed impegno a cooperare per la risoluzione dei problemi della giustizia, il Governo e il Ministro Alfano – verso i quali l’OUA ha sempre espresso forte consenso - abbiano interrotto ogni dialogo, mettendo in campo proposte sterili e di dubbio pregio giuridico (media conciliazione obbligatoria, ausiliario del Giudice, proroghe indiscriminate etc.), che non hanno nulla a che vedere con l’intento, più volte manifestato dallo stesso Ministro, diretto a predisporre un efficace progetto di riforma della giustizia.
Il dissenso dell’Avvocatura è quindi più che fondato. E’ se non verranno segnali di dialogo costruttivo e emendativo, anche nella ricerca di una politica unitaria e condivisa della maggioranza salutare del paese, si preannuncia un “Autunno caldo” con una serie di iniziative di protesta che culmineranno nel Congresso Nazionale Forense che si terrà a Genova a fine novembre».
LA "ROAD MAP" DELLA PROTESTA
Già decisa dall’Oua, si indicazione degli ordini forensi territoriali una settimana finale di protesta dall’11 al 16 ottobre.
Queste invece le iniziative a partire dal 16 settembre, ancora in discussione:
  1. non accettare incarichi di difesa dei meno abbienti e di difensori d’ufficio;
  2. astensioni dalle udienze, manifestazioni territoriali e una manifestazione nazionale a Roma;
  3. astenersi dal deliberare la designazione dei commissari d’esami di abilitazione alla professione di avvocato”;
  4. campagna di pressione mediatica attraverso l’acquisto di pagine sui quotidiani nazionali e l’invio di fax e e-mail al Presidente del Consiglio e al Ministro di Giustizia.

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