sabato, novembre 05, 2011

Giustizia-lumaca: giudice romano rimosso.Sentenze e decreti ´in ritardo´ di 2000 giorni.


Sentenze e decisioni depositate anche sino a cinque-sei anni dopo i termini previsti e una sorte che sarebbe toccata a svariate centinaia di provvedimenti, compresi quelli che riguardavano il risarcimento di cittadini già vittime della giustizia-lumaca; il tutto avvenuto in un arco temporale assai ampio, dal 2002 a oggi.
Sono stati proprio i «reiterati, gravi e ingiustificati» ritardi commessi da un giudice romano - Rosanna Pucci, consigliere alla Corte d'Appello - nell'esercizio delle sue funzioni, ad aver spinto la sezione disciplinare del Csm a infliggergli la punizione più drastica ovvero la rimozione dall'ordine giudiziario.
SANZIONE POCO UTILIZZATA. Un provvedimento che per la sua gravità dal 2006 ad oggi è stato applicato con il bilancino, sette volte in tutto. L'ultima nel 2008, quando era stato messo alla porta il giudice milanese Edi Pinatto che aveva impiegato otto anni per scrivere una sentenza sul clan Madonia, determinando con la sua lentezza numerose scarcerazioni.
UN HABITUÉ DEL RITARDO. Il magistrato rimosso venerdì 4 novembre invece si occupava di civile. E, come era accaduto a Pinatto, era già stato sottoposto a procedimenti disciplinari per fatti analoghi, riportando una condanna alla censura. Un dato che ha certamente pesato nella decisione della sezione disciplinare del Csm, assieme al fatto che si trattava di ritardi ‘pluriennali’ (con punte massime intorno ai 2000 giorni) e che questi riguardavano un rilevantissimo numero di sentenze
NUMERI DA BRIVIDO. I numeri riportati nel capo di incolpazione sono impietosi come quelli che hanno rivelato che tra il primo gennaio del 2007 e il 30 giugno del 2010 il consigliere della Corte d'appello di Roma avrebbe depositato in ritardo la motivazione di 256 decreti su un totale di 273 decisi: in due casi sono erano passati più di 1800 giorni, in 8 più di 1500 giorni. La beffa è che si trattava proprio dei giudizi per l'applicazione della legge Pinto, cioé del diritto all'equa riparazione per chi ha subito un processo troppo lento.
DIFESA INCONSISTENTE. Invano Pucci si è difesa spiegando che i suoi ritardi erano legati a ragioni di salute e alla difficoltà di approcciarsi al civile dopo essersi occupata per tanto tempo di penale al tribunale di Roma. Le suemotivazioni non hanno convinto il ‘tribunale delle toghe’, che ha accolto la richiesta della Procura generale della Cassazione di rimuoverla dall'ordine giudiziario. Ora il magistrato romano è attesa alle Sezioni unite dell''ultimo grado di giudizio.

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