sabato, marzo 24, 2012

Concluso il Congresso Nazionale Forense (comunicato del CNF).


Milano, 24/3/2012 - L’avvocatura presenterà una proposta di revisione della proposta di legge di riforma della professione forense all’esame del Parlamento.
La proposta di revisione, pur tenendo conto dei recenti interventi legislativi tra Manovre e Cresci-Italia, ribadirà la specificità dell’avvocatura e la sua funzione costituzionale di tutela dei diritti dei cittadini.
Lo ha stabilito oggi il Congresso straordinario dell’avvocatura con l’approvazione delle mozioni conclusive.
Dall’assise dell’avvocatura (oltre 2000 legali) è arrivato un netto rifiuto ai progetti governativi di “liberalizzazione” della professione, attuati con regolamenti ministeriali sottratti al controllo del parlamento.
Il Congresso dunque ha dato così mandato ai vertici dell’avvocatura a sostenere la proposta di legge già approvata dal Senato e oggi all’esame della commissione giustizia della camera e di lavorare ad alcune sue modifiche tenendo conto delle novità legislative intervenute da agosto ad oggi (da ultimo il decreto Cresci-Italia). Tutto dovrà essere fatto il prima possibile.
Da lunedì, dunque, le varie componenti istituzionali e associative dei legali riprenderanno il cantiere della riforma che dovrà essere attuata, ha stabilito con fermezza il Congresso, con legge ordinaria.
“Dal Congresso viene un forte invito all’unità in un momento in cui l’avvocatura deve fronteggiare le iniziative governative che con l’uso ideologico del diritto comunitario e dell’emergenza economica pretenderebbero di mortificare la funzione dell’avvocatura, asservendola a una logica mercantile. L’avvocatura coralmente a detto no: i diritti non sono merce”, ha commentato il vicepresidente del Cnf, Ubaldo Perfetti.
Le altre mozioni hanno riguardato tutte le altre questioni sensibili: dalle riforme sulla giustizia al tirocinio dei praticanti.
E’ stata approvata la mozione che prevede la promozione di un referendum popolare abrogativo della obbligatorietà della mediazione; quella sulla geografia giudiziaria; quella sull’istituzione del tribunale delle imprese, ritenuta incostituzionale e socialmente iniqua; sulle tariffe il Congresso ha stabilito di perseguire la reintroduzione delle tariffe e dei minimi inderogabili, di sanzionare con la nullità l’accordo su un compenso manifestamente inadeguato alla prestazione e prevederne un illecito deontologico, così come per il preventivo di massima; sulle società di avvocato la decisione è stata quella di chiederne l’abrogazione secca; altre mozioni hanno riguardato tirocinio (effettivo e con equo compenso), giustizia tributaria, giustizia amministrativa.

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