martedì, luglio 10, 2012

Giuliano Amato: “L’abolizione dei minimi tariffari non ha favorito i giovani ma i clienti in posizione dominante relativa”.

Giuliano Amato nel 1997 era presidente dell’Autorità Antitrust e da presidente firmò la prima indagine conoscitiva sugli Ordini professionali (IC 15), da cui prese l’avvio il cosiddetto processo di liberalizzazione delle professioni.
Da allora molte cose sono successe, molte norme sono venute alla luce ispirate da quella prima indagine. Ma l’esperienza ha dimostrato che non tutti quei “suggerimenti” hanno ottenuto l’effetto sperato.
L’avvocatura ha sempre sostenuto, quando non la illegittimità di alcuni interventi, quanto meno la loro inefficacia.
E ora trova proprio in Giuliano Amato una conferma dei propri timori, almeno su alcuni capitoli sensibili: tariffe e società di capitale.
Amato è stato ospite del Consiglio nazionale forense lo scorso 4 luglio per la presentazione del volume Treccani Il libro dell’anno del diritto 2012, e in quella occasione gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Domanda. Professor Amato, il presidente Alpa ha più volte segnalato il pericolo di una compressione dei diritti dei cittadini, dei lavoratori etc., imposta dalle misure anticrisi. Condivide questo timore?
Risposta. Il rischio c'e e non da oggi. Porto ad esempio quello che avviene nel campo della semplificazione amministrativa: in genere la strada seguita anche in passato in questo processo è quella di tagliare passi di procedura e non di modificare il sistema amministrativo. Il risultato è che spariscono tre su quattro interessi collettivi. E’ un fenomeno preoccupante che investe non tanto l’obiettivo della semplificazione, in sé meritevole, ma la cultura dei semplificatori.
Domanda. Possiamo applicare questo stesso discorso alla giustizia?
Risposta. Non ne so abbastanza. posso solo aggiungere che, mentre cambiamo i governi, non cambiamo coloro che scrivono le leggi e questo non determina discontinuità tra gli esecutivi, pur se di diversa estrazione.
Domanda. Qual è il suo giudizio sulla riforma delle professioni che il governo Monti sta realizzando? Risposta. Vi sono elementi che condivido e altri su cui esprimo forti perplessità.
Domanda. Per esempio?
Risposta. Non mi convince l’apertura delle società professionali al socio non professionista, in un paese come il nostro in cui in cui le occasioni di riciclaggio di denaro sporco sono infinite come le vie del Signore. Non sempre le norme che si adottano per favorire i soggetti più deboli la concorrenza raggiungono le finalità desiderate.
Domanda. A cosa si riferisce, in particolare?
Risposta. Nel 1997 ho sottoscritto l’ indagine conoscitiva Antistrust che chiedeva, tra le altre cose, l’abolizione dei minimi tariffari vincolanti, per favorire l’ingresso dei più giovani nel mercato dei servizi professionali. Ebbene, ho appreso dall’esperienza che l’abolizione dei minimi ha consentito ai clienti in posizione dominante relativa di mettere in ginocchio i giovani avvocati.

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