martedì, luglio 03, 2012

Ipotesi tagli per 280 uffici giudiziari, stop intesa.Severino vede maggioranza, slitta esame a CdM.

Più di 280 uffici giudiziari, tra tribunali, procure, e sezioni distaccate, potrebbero essere tagliati per effetto della revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Ma su questi numeri ancora non c'é intesa tra governo e maggioranza. Anche se ora spunta una nuova proposta sulla quale il guardasigilli Paola Severino dovrà dare una risposta "prima del prossimo Consiglio dei ministri".
Nella riunione di ieri tra il Guardasigilli e i tecnici della giustizia di Pd, Pdl e Udc, Andrea Orlando, Enrico Costa e Roberto Rao, è saltata l'intesa che era stata raggiunta sul provvedimento una settimana fa. Il ministro aveva detto che l'ipotesi di superare la 'regola del tre' (cioé quella che prevede non più di tre tribunali in un distretto di Corte d'Appello) non poteva avvenire attraverso un emendamento da presentare ad un decreto legislativo.
La Camera, aveva spiegato la Severino, le aveva fatto sapere che sarebbe stato a rischio di inammissibilità. Quindi aveva dichiarato di essere pronta a ripartire dal testo così com'era stato messo a punto dal dipartimento di via Arenula diretto da Luigi Birritteri. Anche perché, avrebbe sostenuto, 'non so quanto il provvedimento possa reggere all'esame del Parlamentò.
Moltissimi deputati, di tutti gli schieramenti, hanno già annunciato battaglia contro eventuali tagli agli uffici giudiziari dei rispettivi collegi. Ma la "frenata" del Guardasigilli non sarebbe piaciuta molto soprattutto al Pd. La bozza messa a punto dai tecnici del ministero della giustizia prevederebbe cancellazioni o accorpamenti che riguarderebbero tutte le 220 sezioni distaccate e una forbice compresa tra 32 (l'ipotesi allo stato più probabile) e 36 tribunali e altrettanti uffici requirenti.
Il progetto fa seguito al taglio dei 674 uffici dei giudici di pace, già deciso a gennaio dal Consiglio dei ministri. Sui numeri dunque un accordo non si è raggiunto, così come sui criteri, e alla fine si è deciso per uno slittamento alla riunione in cui il governo si occuperà della spending review. D'altra parte le indiscrezioni sul progetto stanno già provocando da tempo tante polemiche.
Gli avvocati, che hanno proclamato uno sciopero per il 5 luglio prossimo, chiedono al governo di sospendere la decisione e riaprire il dialogo

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