giovedì, luglio 12, 2012

Processo civile d'appello, la maggioranza presenta un emendamento per neutralizzare il filtro.

Con un emendamento depositato ieri in commissione, la maggioranza smonta il filtro al processo civile d'appello introdotto dal Governo nel decreto legge sullo sviluppo. Il testo, a firma Pd, Pdl, Fli e Udc (Cinzia Capano e Manlio Contento, che sono i due relatori per il parere da fornire in consultiva alla commissione Finanze della Camera, Angela Napoli e Lorenzo Ria), stabilisce la costituzione del contraddittorio in vista della prima udienza, nella quale si può già andare a decisione e introduce, sia il ricorso fondato o infondato, la sentenza con motivazione breve. La norma si applica ai giudizi pendenti.
L'emendamento della maggioranza stabilisce che se il giudice ritenga manifestamente fondata o manifestamente infondata l'impugnazione in appello deve pronunciare sentenza dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto o di diritto della decisione, anche mediante il rinvio agli elementi di fatto riportati in uno o più atti di causa e il riferimento alle precedenti conformi.
La sentenza così pronunciata si intende pubblicata con la sottoscrizione da parte del giudice del verbale che la contiene.
Il filtro di ammissibilità per il processo di appello in sede civile era stato annunciato dal ministro della Giustizia Paola Severino, al termine del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, che ha approvato il dl sviluppo. "Se l'appello è palesemente inammissibile non sarà celebrato", aveva sintetizzato il Guardasigilli assicurando che "questo non significa cancellare il processo di appello" ma introdurre la valutazione di un giudice che farà prima una valutazione di ammissibilità.
Approdato alla Camera, il filtro aveva subito trovato due obiezioni e un cammino in salita: per il metodo, visto che modifica il codice di procedura civile con decreto, e per il merito, visto che dà eccessiva discrezionalità al magistrato.

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