lunedì, settembre 10, 2012

Da domani (11 settembre) entra in vigore il cd “filtro in appello”.

L'avvocatura teme gli effetti tranchant delle nuove norme: «Ancora non sappiamo – dice Andrea Pasqualin, consigliere del Cnf – quale uso faranno i giudici del filtro. Ma è probabile che ne faranno un uso decimatorio. Siamo molto preoccupati, anche perché è stato deciso di far diventare operative queste disposizioni dopo un periodo transitorio breve, a ridosso dell'estate. Io, per non fare la cavia, ho accelerato la presentazione di un ricorso che mi pareva a rischio per evitare l'esame preventivo».
In generale, secondo Pasqualin, «il filtro chiede un grande sacrificio delle garanzie per ottenere, paradossalmente, risultati scarsi o nulli: anzi, il sistema potrebbe rallentare perché i giudici dovranno esaminare tutti i ricorsi».
Con l'applicazione i nodi verranno al pettine e si capirà quanto siano fondati questi timori, insieme con quelli sul «probabile aumento del carico per la Cassazione, per le impugnazioni delle ordinanze» e «l'applicazione difforme da Corte e Corte della norma, troppo generica» avanzati da Remo Caponi, docente di diritto processuale civile a Firenze.

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