mercoledì, novembre 07, 2012

E’ estorsione prospettare al dipendente trattamenti retributivi deteriori, con la minaccia del licenziamento.

Lo ha chiarito la Corte di Cassazione Penale con la sentenza del 30 ottobre 2012, n. 42352.
Il giudizio si è concluso dichiarando inammissibile il ricorso dei proprietari dell’azienda, e ritenendoli colpevoli di reato di estorsione in quanto avevano prospettato ai dipendenti la corresponsione in somme diverse rispetto a quelle indicate nelle buste paga.
Di più: a fronte delle stesse le parti offese, ed anche altri lavoratori, erano stati posti dinanzi l'alternativa di accettare ovvero interrompere il rapporto di lavoro.
L’evento ingiusto, ad avviso della Suprema Corte, va rappresentato proprio nell'interruzione del rapporto di lavoro essendo le dimissioni un fatto solo apparentemente volontario ma, in effetti, sempre imposto dalla abusiva condotta altrui.

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