mercoledì, gennaio 30, 2013

Giustizia senza controllori.

Bologna, 29 gennaio 2013 - Piccola grande domanda: quanto tempo ci si mette con un qualunque lavoratore a considerarlo assente ingiustificato, quanto tempo gli lascia una qualunque azienda con le pratiche in sospeso?
Un giudice tributario non deposita 91 sentenze che doveva motivare dal 2005 al 2008. Poi non si fa vedere in udienza, non risponde ai solleciti e infine deve andare la Guardia di Finanza a riprendere i fascicoli processuali. Un anno fa era stato rinviato a giudizio ma per un vizio tecnico di notifica, tutto da rifare. Bisogna ammettere che ciò fa parte di un capitolo del grande libro delle assurdità italiane, alle quali Bologna dà un suo contributo notevole.
Ricorderete la storia della super assenteista del Sant’Orsola, è molto fresca quella dell’impiegato in convalescenza ai Caraibi. Ci sono cose strane, persino consentite dalla legge anche se rifiutate dal buon senso.
Ma quella del giudice è una brutta faccenda, perché di rimbalzo va a pesare su tanta gente che alla giustizia chiede garanzie e tutele.
Se un operatore sanitario si mette in malattia pluriennale viene da chiedersi come si vigila in quell’ospedale. Se un dipendente Ausl può andare dall’altra parte del mondo per cercare di guarire una gamba malandata, viene da chiedersi se non è il caso di guardare dentro una legge che lascia fare.
Ma se un giudice ritarda per anni la consegna delle sentenze, occorre chiudersi cosa ci stia a fare la giustizia e cosa faccia chi deve controllare che una fondamentale funzione pubblica venga amministrata non dico con celerità ma almeno in tempi non biblici.
Il cittadino sa che quando ricorre al magistrato deve avere un sacco di pazienza perché l’unico ad avere fretta è chi chiede riparazione di un torto.
Ma è necessario domandarsi cosa facciano i controllori. Il discorso vale per ogni sede giudiziaria.
Prima di lamentarsi di cause esterne, meglio un’autodiagnosi interna.
di Gianni Pecci
http://www.ilrestodelcarlino.it

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