Nel suo intervento il Ministro Cancellieri ha segnalato come dato positivo “un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4%, che arriva al 6% in corte di appello; nonché la riduzione del 20% in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l’irragionevole durata dei processi”.
Secondo AIGA però questo dato nasconde una realtà ben diversa: “I numeri dei procedimenti in diminuzione – spiega infatti Nicoletta Giorgi – sono solo il risultato di un accesso alla giustizia sempre più difficile per il cittadino e questo per la giustizia è una vittoria di Pirro che non serve a nessuno”.
“Nessun passo indietro o dimostrazione di apertura sui disegni di legge collegati alla legge di stabilità 2014 – continua Nicoletta Giorgi -. Il ministro ritiene che la semplificazione delle forme processuali per le controversie non connotate da complessità e una sentenza priva di motivazione siano “misure di ordine processuale e sostanziale per il recupero dell’efficienza del processo di cognizione mentre si rende sempre più urgente una riforma complessiva del sistema giustizia”.
Accanto a tali dichiarazioni, “quanto più lontane dalla consapevolezza delle dinamiche giudiziarie”, si leggono attestazioni ottimistiche sui servizi telematici: deposito di atti e pagamenti telematici vengono indicati una realtà d’uso quotidiano: “Invece – sottolinea Nicoletta Giorgi – i dati forniti dal ministero della giustizia a novembre 2013 danno atto di un attuale utilizzo del processo telematico molto ridotto e con depositi telematici verificati solo su 8 corti d’Appello su 29 e in 51 tribunali su 140!“.
“D’altronde se il ministro Cancellieri dichiara che dal 30.06.2014 il processo telematico sarà obbligatorio per legge per tutti i procedimenti monitori, anziché per tutto il procedimento civile, di cui la fase monitoria è solo una possibile parte rivolta al recupero credito e già oggetto di sperimentazione telematica ormai da anni – conclude Nicoletta Giorgi – si comprende purtroppo la mancanza di una visione chiara e consapevole di quanto accade nei tribunali d’Italia”.
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