sabato, maggio 10, 2014

E' rottura tra il CNF ed il COA di Roma.

Roma, 10 mag. - (Adnkronos) - Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma si schiera con il suo presidente, Mauro Vaglio, nella vicenda che lo vede contrapposto al Consiglio nazionale forense in relazione al caso dell'esposto presentato nei suoi confronti da 4 ex consiglieri e ''rimarca la gravità dell'accaduto e la necessità di intraprendere ogni iniziativa a tutela del prestigio dell'istituzione forense romana e, dunque, del suo presidente'', disponendo la trasmissione della delibera approvata nell'adunanza di oggi al ministero della Giustizia, al Cnf, all'Oua, alla Cassa Forense e a tutti gli iscritti ''dichiarandola immediatamente esecutiva''.
E' quanto si legge nell'estratto del verbale dell'adunanza di oggi nell'Ordine degli avvocati di Roma. Nel corso della riunione, come si legge nel verbale, Vaglio ha stigmatizzato il comportamento del Cnf, ripercorrendo i passi salienti del caso che lo vede coinvolto, e ha annunciato ''un'istanza di accesso agli atti relativamente alle modalità di assunzione da parte del Cnf del proprio responsabile comunicazione e media, nonché dei precedenti addetti alla comunicazione'' e ''all'elenco dettagliato di tutte le spese sostenute dal Cnf a decorrere dal 1 gennaio 2013 che non sono state pubblicate sull'apposita pagina del proprio sito web''.
Vaglio ha posto l'accento sui ''forti attriti esistenti'' nei suoi confronti da parte della ''vecchia dirigenza del Cnf (attualmente ancora in maggioranza) per averla apertamente criticata in varie occasioni'', ricordando tra l'altro alcuni episodi specifici che ritiene essere alla base della ''grave inimicizia del Cnf'' nei suoi confronti. Secondo il presidente dell'Ordine di Roma, dunque, ''non c'è da meravigliarsi se i componenti di 'questa' maggioranza del Cnf abbiamo colto al volo l'occasione dell'esposto di predetti consiglieri, bocciati dall'elettorato romano, per avviare un vero e proprio attacco su tutti i fronti''.
In particolare, Vaglio contesta al Cnf di aver, ''immediatamente e senza alcuna preventiva interlocuzione con l'Ordine di Roma'', trasmesso l'esposto nei suoi confronti al Consiglio dell'Ordine di Perugia, al ministero della Giustizia e alla Procura della Repubblica, senza darne neanche avviso al diretto interessato''.
Ma non solo. Il presidente sottolinea anche come, ''con una tempistica davvero emblematica'', subito prima ''che la richiesta di archiviazione del 26 luglio 2013, già decisa, fosse trasmessa al gip, il Consiglio nazionale forense, dopo solo 11 giorni, faceva pervenire al sostituto, in extremis il 6 agosto 2013, una relazione sui fatti attribuiti al presidente Vaglio, fondata su norme inapplicabili a qualsiasi ordine professionale'', tanto che il pm ''di fronte alla chiara indicazione di un organo istituzionale come il Cnf di individuare un illecito pur dove lui non l'aveva rilevato'' ha revocato, ''in assenza di alcun supplemento di indagine'', la richiesta di archiviazione, procedendo alla chiusura delle indagini e al ''relativo avviso ai sensi dell'articolo 415 bis cpp, ipotizzando come capo d'imputazione provvisiorio il reato di abuso d'ufficio sulla scorta proprio di quelle norme inapplicabili suggerite nella relazione del Cnf''.

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