venerdì, gennaio 16, 2015

AIGA: ELEZIONI NEI CONSIGLI DEGLI ORDINI, NO ALLA SOSPENSIVA, «IL TAR CONDANNA LA DEMOCRAZIA E IL RICAMBIO GENERAZIONALE».

(Roma, 16/01/2015) Il Tribunale amministrativo del Lazio ha respinto ieri la richiesta di sospensione degli effetti del nuovo regolamento per le elezioni dei Consigli degli Ordini degli Avvocati di tutta Italia.
Di seguito il duro commento della presidente dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati Nicoletta Giorgi.
«Il Tar del Lazio ha deciso che non vi sono i presupposti per sospendere l'efficacia del regolamento per l'elezione dei COA, anche in contrasto con quanto deciso solo qualche giorno fa in vista dell'udienza del 14. Infatti dopo aver provveduto alla sospensione cautelare, determinando anche i COA più restii a rinviare le elezioni già indette, il tribunale amministrativo lascia la valutazione della mancata tutela delle minoranze a un giudizio ex post, come se per capire se una sostanza è velenosa debba prima essere ingerita: se sopravvivi, bene, altrimenti sarai morto per la scienza.
Il Tar infatti suggerisce di vedere quante liste verranno presentate e quanti voti di lista verranno espressi. Facile oggi non poter replicare visto che la sospensione dell'efficacia del regolamento ha bloccato o rinviato le elezioni e quindi anche la data di presentazione delle candidature individuali e e di lista.
Un caso? Insomma, sappiamo che non vi sarà circondario senza lista, come già è stato constatato prima del provvedimento sospensivo, ma il Tar si è voltato dall'altra parte nell'ipocrisia della forma dato che la sostanza avrebbe richiesto ben altre decisioni.
Il Tar quindi condanna la democrazia, il ricambio generazionale, il confronto tra diversi portatori di interessi a non essere garantiti all'interno di quello che dovrebbe costituire l'organo rappresentativo delle istanze dell'Avvocatura locale.
Si, perché che questo regolamento con la previsione del voto di lista sia un amaro veleno è evidente a tutti. Dispiace che ci si nasconda dietro la tutela dell'equilibrio di genere per garantire che pochi soggetti forti continuino a governare i consigli degli ordini, annullando il dibattito.
Un bel cavallo di Troia per portare avanti gli interessi di chi, contando su un certo elettorato, vuole predeterminare la composizione della propria squadra: chi non è d'accordo è fuori.
Questo è forse il passaggio peggiore: farsi scudo della presenza del genere meno rappresentato, delle donne quindi, non è di certo il miglior modo per applicare la Costituzione e il suo articolo 51.
Si deve assistere così impotenti alla manipolazione di un risultato ottenuto dopo anni in cui migliaia di donne si sono spese per l'equiparazione dei generi nel mondo del lavoro, nelle professioni, nella politica e in tutti quegli ambiti decisionali che contribuiscono alla sviluppo della società.
Infatti, come AIGA ha già più volte ribadito, la lista completa con la tutela del genere (2/3,1/3) è la condanna del genere femminile a costituire la minoranza del COA e di rischiare di essere scelto solo a completamento di una lista.
E che ciò accada all'interno dell'avvocatura , e che una parte di essa lo voglia, è il segnale che si devono rivedere le priorità della nostra categoria professionale».

Nessun commento: